Overshoot Day: Canu: “Il consumismo sfrenato ci autodistruggerà”

Il primo agosto, per molti di noi, è semplicemente l’inizio delle tanto attese ferie, ma per il nostro Pianeta è una data nefasta. Segna infatti il giorno in cui abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra riesce a rigenerare in un anno. In soli sette mesi, abbiamo esaurito ciò che dovrebbe bastare per dodici. Di anno in anno, questa giornata, chiamata Overshoot Day, arriva sempre prima. La causa, come per la crisi climatica più ampia, è l’essere umano. Con i nostri stili di vita insostenibili e il comportamento egocentrico e individualistico, consumiamo sempre di più e male, e l’uso efficiente delle risorse sembra un traguardo irraggiungibile.

Il consumismo sfrenato, tipico di un capitalismo estremo, ci vede solo come produttori e consumatori, ritenendoci inutili se ci vediamo come persone. Siamo governati da un consumo inutile che genera uno spreco di risorse senza precedenti. Questo spreco, perpetrato dalle parti più ricche del mondo, avviene sempre a discapito delle parti più povere, che ne subiscono le conseguenze più devastanti. I danni della crisi climatica, di cui l’Overshoot Day è una delle cause, non colpiscono solo i paesi più poveri, ma l’intera umanità. Non possiamo più ignorare il problema.

La crisi ambientale è strettamente legata alla crisi sociale, due facce di una crisi più ampia che cresce ogni giorno. Una crisi che avanza tra la totale indifferenza di molti, che non vedono il problema perché “tutto sommato si sta bene”. La gravità della situazione non è ancora ben compresa, e continuiamo a consumare senza limiti in un Pianeta che invece ogni anno ci dimostra di avere dei limiti. Un mondo illimitato non esiste, e noi superiamo continuamente questi limiti, spinti da un sistema economico profondamente malato, basato sul profitto a ogni costo e governato dalla finanza speculativa e dal capitalismo estremo.

Abbiamo smarrito il vero ruolo dell’economia come disciplina, nata grazie agli economisti napoletani del 1700, che vedevano come fine ultimo dell’economia la creazione del benessere collettivo, definito “pubblica felicità”. L’attuale sistema economico-finanziario di produzione, distribuzione e consumo è profondamente malato ed estremamente dannoso. A livello globale, l’1% della popolazione detiene più del 70% della ricchezza mondiale. Il settore agroalimentare è controllato da un cartello di quattro gruppi industriali. Ogni giorno produciamo cibo per 13 miliardi di persone, una quantità più che sufficiente per tutta la popolazione mondiale di 8 miliardi. Eppure, nonostante questa enorme produzione, intere popolazioni muoiono di fame. I bambini sono i più colpiti dalla malnutrizione, e ogni giorno si registrano decessi dovuti alla mancanza di cibo e acqua.

Gran parte del cibo prodotto viene sprecato dalle parti più ricche del mondo, a discapito delle parti più povere. Questo spreco non riguarda solo il cibo, ma anche le risorse impiegate per produrlo, come terra, acqua, energia e lavoro. Dovremmo utilizzare in modo efficiente le risorse limitate di cui disponiamo, ma non lo facciamo. Anche l’acqua, risorsa preziosissima, è oggetto di una mala gestione intollerabile. La siccità e la cattiva gestione di una rete idrica obsoleta e inefficiente ci stanno costringendo a una razionalizzazione dell’acqua senza precedenti. A Benevento, per esempio, per ogni 10 litri di acqua immessi nella rete idrica, solo la metà arriva a destinazione, mentre l’altra metà si disperde. Il comportamento virtuoso dei cittadini e degli agricoltori beneventani, tra i più accorti della Campania nel consumo di acqua, è vano se la rete idrica perde in continuazione.

Poco si può fare se la rete idrica nazionale manca degli investimenti necessari per il suo rifacimento. Serve una rete idrica moderna, con le tecnologie necessarie per mitigare le conseguenze della crisi climatica e tutelare il prezioso bene dell’acqua. Bisogna intervenire alla radice del problema ed eliminare l’intollerabile spreco di acqua. Il sistema attuale è profondamente malato e autodistruttivo, e dobbiamo cambiarlo il prima possibile. Il nostro Pianeta è la nostra unica casa, e dobbiamo prendercene cura.

Pio Canu, Responsabile Ambiente e Green Economy PD Sannio