Autonomia differenziata: In un Italia già divisa in due, acuisce distanze tra Nord e Sud

In questi giorni, come noto, il Parlamento ha votato l’autonomia differenziata, la c.d. Spacca-Italia. Dopo la il via libera della destra, con una lunga maratona notturna, iniziano ad evidenziarsi le prime crepe e ci si accorge solo ora del danno causato.
Fa strano leggere le dichiarazioni di parlamentari ed esponenti del sud, anche del Sannio, che ci dicono che è una cosa buona, che renderà il Sud competitivo, che non c’è da avere paura.
Quindi i cittadini del Sud non dovrebbero fidarsi dello Svimez, del Censis, della Commissione Europea, addirittura dell’Ufficio di Bilancio della Camera, ma di Salvini e Calderoli.
L’ Autonomia differenziata è un tema cruciale soprattutto per il futuro delle aree interne e va declinato a partire proprio dai nostri territori.
Parliamo di territori che soffrono in maniera amplificata le difficoltà ataviche del sud:
sanità pubblica in declino, servizi essenziali a singhiozzo, spopolamento, emarginazione territoriale, disoccupazione giovanile.
E la riforma per l’autonomia differenziata pensata da Calderoli si inserisce proprio in questo quadro, spaccando l’Italia e facendo acuire le distanze e le divergenze tra Nord e Sud.
È evidente che in un’Italia già divisa in due sotto troppi punti di vista, le distanze sono ancora più accentuate da divaricazioni territoriali, facendoci procedere a velocità molto diverse.
Come può far bene al Sud, una riforma pensata per trattenere il gettito fiscale delle regioni ricche nelle stesse, contro ogni principio costituzionale e che ha disatteso l’indicazione che gli era stata prescritta di definire i livelli essenziali di prestazione e finanziarli.
Essere complici di quella fregatura ai danni dei concittadini è un fatto grave: i parlamentari del Sud perciò rinsaviscano, fermino questo scempio, o si assumeranno responsabilità enormi.
Il Partito Democratico continuerà con ogni mezzo e nelle piazze a condurre la battaglia per l’Italia unita e indivisibile.