La scommessa di Rosa: «Proverò a rendere il Pd ancora più democratico»

«Bisogna saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà». La citazione del maestrone
Guccini non è ovviamente casuale se la persona del giorno è Rosa Razzano, neopresidente provinciale del Pd, elettrice dichiarata di Elly Schlein alle primarie in un Sannio che, in quelle urne, ha invece tributato un consenso
quasi bulgaro a Stefano Bonaccini. Perché se dici Rosa pensi ad «Eskimo», il suo locale di piazza Roma che è addirittura una citazione nella citazione, dal momento che rimanda allo storico,quasi omonimo posto cult di Firenze (dove lei è vissuta dai 18 ai28 anni). Perché Rosa l’eskimo,con tutto quello che rappresenta, lo porta spesso e volentieri. E perché scegliendo Rosa, probabilmente, il Pd sannita ha deciso di assecondare lo spirito del tempo prima che lo spirito del tempo si prendesse la rivincita da solo.

Non ci hanno visto arrivare, ha dichiarato la Schlein quando il suo sorprendente successo era ormai scontato. Era il 26 febbraio. Quaranta giorni dopo ti sei trovata in una situazione molto simile.
«In effetti è proprio così. Come ho già avuto modo di dire, ho sempre fatto politica a sinistra
in modo non istituzionale, praticamente fin da quando avevo 14 anni, ma non avevo mai avuto
una tessera di partito. E se a vincere le primarie fosse stato Bonaccini, con tutto il rispetto per la persona che è, quella tessera non l’avrei presa. Ho votato per la Schlein perché ne condivido la linea sui temi nazionali. Sono
stata molto felice del suo successo, probabilmente è stata la prima volta che ho scelto qualcuno
che poi ha vinto, e grazie a lei poco dopo ho preso la tessera del Pd».

Da neotesserata a presidente provinciale in due settimane,in un partito che normalmente sulle cariche non fa sconti.Qualcuno all’inizio deve aver pensato che si trattasse del Razzano senior e politicamente più noto, Gino.
«Zio Gino è il fratello più piccolo di mio papà e quindi anagraficamente non siamo troppo distanti. Ci vogliamo bene e siamo vicini, ma in politica ho fatto tutto da sola. A 14 anni mi sono avvicinata al collettivo Rive Gauche:
ero incuriosita dalla loro esperienza, avevano occupato un ex macello abbandonato facendolo
diventare uno spazio di socialità e cultura. Lì ho conosciuto tante persone che sono diventate e sono tutt’ora per me compagne e compagni di strada: penso a Lelio, ad Alessio, a Floriana e a tanti altri. A 18 anni, concluso il liceo classico, mi sono trasferita a Firenze, e lì è proseguito il mio impegno con associazioni antirazziste, e con quella parte di sinistra antagonista che prima riusciva in qualche modo ad influenzare i partiti che stavano“dentro” il sistema».
Perché proprio Firenze?
«C’ero stata in gita in terza media e me ne ero innamorata. Per tutti gli anni del liceo ho studiato la cartina della città, quando poi sono andata a viverci sapevo già perfettamente come muovermi.Ho iniziato a studiare Storia, poi
però ho iniziato a lavorare con passione nel settore che sarebbe diventato lamia scelta di vita».

E infatti a Benevento tutti ti conoscono da sempre per la lunga e gloriosa stagione del «Morgana», e ora per «Eskimo».
«Devo dire che mercoledì in assemblea provinciale ho incontrato, credevo per la prima volta, diverse persone che invece già conoscevano me dai tempi del Morgana». Anche i tuoi colleghi di partito frequentavano il locale? Il segretario provinciale? La presidente che ti ha preceduto?
«Giovanni Cacciano qualche volta è venuto, anche Antonella Pepe mi ha detto di esserci stata,
ma con lei ci siamo conosciute meglio durante la campagna elettorale per le amministrative».
Quello è stato il tuo primo passo verso la politica «istituzionale».
«L’ho fatto perché volevo dare il mio contributo al futuro di questa città mettendoci la faccia e sostenendo Luigi Diego Perifano. Non possiamo cambiare le cose limitandoci a criticare quello che non ci piace. Sono sicura
che Luigi sarebbe stato un bravo sindaco. Purtroppo non è andata come speravamo».
Adesso tu puoi essere parte del cambiamento che hai sempre sognato. Che c’è in agenda?
«Un passo alla volta. Incontrerò i compagni e le compagne del territorio che mi hanno dati fiducia e capiremo insieme, con Giovanni, con Antonella e con tanti altri, come rendere questo Pd ancora più democratico».

Maria Sara Pedicini,Il Mattino