«Il Pd regionale è stato commissariato il 21 marzo del 2022, considero assolutamente scandaloso
che resti in questa condizione dopo due anni e mezzo. Privare un partito forte, della prima regione
dell’Italia meridionale, di organi democraticamente eletti è grave.
Il commissariamento non può che essere un atto straordinario».
Umberto Del Basso De Caro, personalità di spicco del Partito democratico locale, già capogruppo del Pd in Regione Campania, parlamentare e sottosegretario alle Infrastrutture, non usa mezzi termini.
Il commissariamento del partito deve finire anche nell’ottica delle prossime elezioni regionali. La responsabilità è centrale?
«E’ del tutto evidente, vi è una chiara volontà di non chiudere.
Comprendo anche le ragioni ma ciò non vuol dire giustificare questo enorme lasso di tempo. Spero
che la segreteria nazionale consenta ad Antonio Misiani (l’attuale commissario, ndr), che rispetto
moltissimo, di convocare il congresso».
Il commissariamento può influire sulle Regionali dell’anno prossimo?
«Certo, se non si sblocca è evidente che in carenza di organi chi decide è il commissario. E questo
non lo vogliamo. Le scelte del Pd della Campania debbono essere fatte da un organismo a tanto de-
putato, eletto dal congresso. Dobbiamo scegliere noi».
Sempre in tema Regionali sembra che ci sia nell’aria la possibilità di un terzo mandato per De Luca…
«Siamo dello stesso partito, se ci fosse la possibilità di un terzo mandato noi saremo ben lieti di
sostenerlo un’ulteriore volta, ma questo non dipende da noi».
Se non De Luca chi potrebbe essere il candidato alla presidenza del centrosinistra?
«Ci sono tante altre possibilità, gente di partito e uomini delle istituzioni validissimi. Bisogna in-
tanto capire qual è il progetto, chiamare intorno ad esso le varie forze e alla fine tirare fuori il no-me. Non ho grandissima preoccupazione sull’esito finale».
Voi siete dello stesso partito di De Luca, Mastella ha dichiarato di essergli alleato ma l’alleanza si ferma solo a livello regionale. Perché?
«La volta scorsa De Luca aveva 20 liste a suo sostegno, tra cui anche quella di Mastella. Quando quest’ultimo fece la conferenza stampa per annunciare il suo appoggio al governatore a chi gli chiese
se avesse fatto l’accordo con il Pd rispose di no, che lo aveva fatto con De Luca. A me questa rispo-
sta sta bene».
Mastella lamenta la mancanza di una alleanza organica.
«E’ inutile che faccia la lamentazione. E’ andato lui con De Luca, poi se ha perduto l’assessore che
aveva designato e i due consiglieri che aveva eletto la colpa non è mia».
Il centrodestra punta a prendersi Palazzo Mosti e la Rocca dei Rettori. Come può arginare l’onda il centrosinistra?
«Se questa onda fosse esistita Mastella non farebbe il sindaco. Ricordo che il centrodestra alle Co-
munali del 2021 a stento fece le liste e prese il 3% eleggendo un solo consigliere. L’anno dopo ha
eletto tutte e due i parlamentari a Camera e Senato: è chiaro che c’è una divaricazione evidente tra voto politico e amministrativo perché vi è una carenza di gruppo dirigente. Se il centrodestra decide-
rà di esistere bene, faremo il confronto. Noi in provincia di Benevento abbiamo una situazione
che è particolare con tre poli, vedremo».
Quali sono?
«Centrodestra, centrosinistra e la formazione civica di Mastella che dice che senza di lui non si va da
nessuna parte. Io dico che intanto bisogna vedere dove arriva nel 2025. La politica corsara è finita,
lo hanno detto i risultati delle Politiche e delle Europee. E ancora pensano di poter essere l’ago del-
la bilancia».
Non è così?
«I numeri dicono altro. Mastella non è solo un cattivo maestro ha pure dei pessimi allievi. I mastel-
liani sono di gran lunga peggiori di Mastella».
E’ interessato a candidarsi in futuro?
«Assolutamente no, sono interessato solo a sostenere il partito, la coalizione di centrosinistra e le
persone che reputo giuste per candidarsi e vincere nelle elezioni che ci saranno. Ovviamente,
per dirla come Luca Goldoni, esclusi i presenti».
Anna Liberatore- Il Mattino 26-09-2024