L’ultimo paese in Europa a regolamentare l’uso della cannabis è la tanto invidiata Germania, che ha seguito un percorso iniziato dal Parlamento Europeo nel 2019 quando venne approvata la risoluzione sulle proprietà terapeutiche della Cannabis. Con la Risoluzione in Parlamento Europeo del 2019, gli europarlamentari chiesero una maggiore spinta politica ed economica per potenziare la ricerca e l’innovazione sulla cannabis medica, chiedendo altresì la copertura dei farmaci a base di cannabis da parte del sistema sanitario nazionale in tutti gli Stati membri. Fu una decisone storica che dava un preciso indirizzo all’intera Comunità Europea. La risoluzione non legislativa fu approvata per alzata di mano. Tale risoluzione fu il frutto della decisione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che pochi mesi prima riconosceva le proprietà mediche della cannabis. Con quella decisione del gennaio 2019, l’OMS ha aperto la strada alla riclassificazione della pianta per essere riconosciuta come “pianta medica” a livello internazionale ed uscire una volta per tutte dalla categoria più restrittiva della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961, entrata in vigore nel 1975. Dopo decenni l’unico organo deputato alla modifica della Convenzione ha deciso grazie a studi e approfondimenti scrupolosi che la Cannabis non è da considerarsi “droga” ma sostanza dalle molteplici proprietà mediche. Un cambio culturale e di approccio enorme, una riforma di civiltà per i tanti pazienti che oggi si affidano ai trattamenti a base di cannabis e per i quali bisogna ancora fare tanto. Ogni anno sono sempre di più i Paesi nel Mondo che scelgono la strada della regolamentazione, tra i più famosi la California ed il Canada.
Nel nostro Paese invece un cambio di rotta radicale c’è stato ma verso il più becero proibizionismo.
Con il Governo Meloni infatti la regolamentazione della cannabis è diventato un miraggio e settori come la canapa industriale e la cannabis light sono diventati oggetto di una sorta di caccia alle streghe. Chi come la Germania, che ha scelto la strada della regolamentazione, sta sperimentando invece tutti i vantaggi a partire dalle entrate fiscali, la creazione di posti di lavoro ed il contrasto alla criminalità organizzata.
Voglio ricordare il contenuto della lettera inviata alle Nazioni Unite dove l’OMS nello specifico consiglia che:la cannabis e la resina vengano eliminate dalla categoria più restrittiva (Tabella IV) della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961.
Il Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e i suoi isomeri dovrebbero essere spostati nella Tabella I della convenzione del 1961 dal quale dovrebbero invece essere rimossi estratti e tinture di cannabis che, considerati come preparati farmaceutici contenenti THC, dovrebbero essere inseriti nella Tabella III.
I preparati a base di cannabidiolo (CBD) contenenti non più dello 0,2% di THC non sono “sotto controllo internazionale”. In precedenza l’OMS aveva già sottolineato che il CBD non va incluso nelle convenzioni internazionali, ma la nuova raccomandazione è di renderlo ancora più chiaro.
La cannabis e i cannabinoidi possono avere effetti terapeutici nello stimolare l’appetito (ad esempio in casi di perdita di peso dovuti all’AIDS) e nell’alleviare i sintomi dovuti a disturbi mentali, epilessia, asma, cancro, sindrome di Tourette, Alzheimer, artrite e morbo di Crohn. Altri effetti benefici potrebbero essere l’alleviamento dei dolori mestruali e la riduzione del rischio di obesità e diabete.
Una pianta dai mille usi e dai mille vantaggi. Dal settore farmaceutico all’agroalimentare per passare al tessile, alla bioedilizia e alla produzione di bioplastica. La Canapa è la pianta più versatile in assoluto. Possiamo affermare senza alcun problema che la Canapa è il simbolo dell’economia circolare. Della pianta non si butta via niente. Gli studi nella ricerca farmaceutica avanzano senza sosta ma sono molteplici gli impieghi collaudati e consolidati della canapa in altri settori.Vediamo quali (alcuni esempi):
Bioedilizia: cere, vernici, pannelli isolanti, intonaci ed anche blocchi prefabbricati. E’ Italiana la casa realizzata praticamente a chilometro zero con l’utilizzo della Canapa (il campo di canapa si trovava a 150 metri dal cantiere). I costi : circa 30mila euro per realizzare una casa di 45 metri quadrati per un’abitazione finita. Non è previsto il riscaldamento (necessita di 1 Kilowatt, praticamente un phone) perché alla peggio basta una piccola stufa a pellet per riscaldare tutto l’ambiente ed è anallergica, autoestinguente, isolante (termo-acustico) e antisismica.
Bonifica dei terreni inquinati: una pianta perfetta per la bioremedation o fitodepurazione. Grazie al suo apparato radicale la pianta è capace di assorbire dai terreni le sostanze inquinanti e principalmente i metalli pesanti. In italia alcune sperimentazioni si stanno conducendo su terreni come quelli dell’Ilva a Taranto o a Bagnoli nei pressi dell’Italsider.
Agroalimentare: dall’olio ricco di omega6 ed omega3, vitamina E per arrivare alle farine pregiate dall’elevato valore nutrizionale. Risulta inoltre un naturale antiossidante.
Tessile: grandi firme della moda internazionale si affidano alla Canapa, in testa il gruppo Armani, con la produzione di un’intera linea di abiti e accessori. I tessuti ottenuti vengono impiegati al posto delle fibre sintetiche, risultando più traspiranti, capaci di assorbire l’umidità e con zero problemi di intolleranze o allergie.
Bioplastica e nuovi materiali: grazie alla cellulosa presente in quantità generosa nella pianta, attraverso la polimerizzazione si ottengono delle eccellenti bioplastiche.
L’Italia è da sempre legata alla Canapa.
In tempi non lontani, il nostro Paese era tra i leader mondiali nella produzione di Canapa e solo con il proibizionismo è andato a scemare questo importante primato che tutti ci invidiavano. Ad oggi è la Francia l’indiscussa regina europea della Canapa. Lo Stato francese che come noi ha attivato il super bonus edilizio come prima cosa ha inserito la bioedilizia in calce e canapa, paglia e scarti del riso come scelta prioritaria per l’edilizia popolare e per chiunque avesse voluto usufruire del super bonus edilizio. Proprio come da noi… uguale. In Italia invece la bioedilizia è un settore per pochi facoltosi, contrastato e lasciato senza incentivi e senza prospettive di crescita, giudicato quasi come una sorta di sfizio dei salottieri radical chic. Staccare la spina alla cementificazione selvaggia in favore della bioedilizia è oggi un obbligo sia da un punto di vista ambientale che socioeconomico. Dovremmo puntare sulla bioedilizia soprattutto per favorire l’edilizia popolare, riqualificare interi quartieri e dare nuova vita alle periferie. Potremmo fare tutto questo se solo si riconoscesse l’importanza strategica del settore della canapa industriale.
Sul fronte farmaci invece, ad oggi l’unico ad essere autorizzato alla produzione di cannabis medica è il Distretto Farmaceutico Militare di Firenze che ad oggi ha una capacità produttiva di circa 400 chilogrammi/anno. Questo significa che per soddisfare la richiesta dei pazienti ci sarà ancora l’esigenza di acquisire una considerevole parte della cannabis medica attraverso il canale dell’importazione (Canada, Olanda, Svizzera ecc).Sono tanti i vantaggi che questa pianta può dare eppure la scarsa conoscenza e l’ipocrisia hanno consentito che una pianta del genere venisse relegata nella più buia delle stanze create dall’uomo, l’ignoranza.
Speriamo in un futuro radioso per questa pianta dalle mille risorse che come abbiamo visto può portare numerosi vantaggi.
Attendiamo e confidiamo nelle istituzioni affinché al più presto venga legalizzata e regolamentata per contrastare in maniera efficace la criminalità organizzata, per contrastare l’emergenza delle carceri, creare nuove entrate per lo Stato, nuovi posti di lavoro e nuove cure e terapie per i malati. #legalize
Pio Canu,Vicesegretario Provinciale