‘La scelta – scrive il consigliere regionale Luigi Abbate in una replica al mastelliano Greco – è di natura esclusivamente politica ma questo il prode Alboino (eletto nella lista Abbate-Ucci) non vuole o non può capirlo e non riesce neanche a svestirsi del ruolo di ventriloquo. Con parole semplici cercherò di spiegarlo.
Nel 2016 – spiega in sei punti – demmo luogo a un movimento civico che vide Mastella diventare sindaco con il contributo del sottoscritto e di altri. Basterebbe rileggere le cronache di allora ma il Prode evidentemente non utilizza il buon senso di raccogliere informazioni. Quel movimento prevedeva di portare le istanze territoriali in sede regionale e nel sottoscritto il portavoce.
Nel 2021 la lista Abbate- Ucci ha contribuito con 2500 voti alla riconferma di Mastella. Nel 2022 il sottoscritto si è candidato come capolista al Senato per il nostro movimento civico. In quella occasione subimmo una grave discriminazione, un baratto che si tradusse nel 40% in meno di consensi rispetto al voto al Parlamento. Il sottoscritto insieme ad altri ci ha messo la faccia ed altro.
Tornando ad oggi quando un movimento fa una scelta di confluire in un partito questo avviene dopo un’ampia discussione e un profondo confronto: cose che non sono avvenute. Allora io rispetto la scelta fatta da Mastella ma non la condivido per cui ognuno seguirà il suo percorso politico.
Non è stato il sottoscritto – continua Abbate – a rompere il movimento traghettandolo in un partito e per quanto riguarda le mie dimissioni la storia parla per me, in quanto non ho mai esitato a dimettermi quando sono venuti meno i requisiti di coerenza e progettualità. Piuttosto, su questo punto, l’intervento del prode si potrebbe ribaltare sul Sindaco che, anche nell’ultima tornata elettorale, ha usufruito dei miei consensi. Ricordo che ha vinto con un lievissimo scarto (900 voti).
Non sono stato mai Presidente ASI, ma commissario per 1 anno e mezzo per la Giunta Bassolino; giusto per essere precisi a proposito delle cifre siderali, citate dal prode per sconfinare nel populismo: lo stipendio per il ruolo di consigliere regionale è di 4.440 euro mentre come presidente Gesesa era di 1200 euro.
Al prode Alboino o a chi parla per lui – conclude Abbate – consiglio di uscire dal sottobosco dell’inciucio e del dileggio, in cui evidentemente amano vivere, e continuare a cercare di farsi scontare cambiali alla provincia oltre che occupare posti di lavoro, sottraendoli alla comunità’.
Redazione Dem Sannita