Il futuro sarà tra Destra Centro e Centro Sinistra

Le prime prove del Pd targato Shlein, segretario che non avrebbe voluto. Le Europee. Il rapporto con Mastella e con gli ex amici di Essere democratici, l’eventuale candidatura
alla Regione, una considerazione su Forza Italia che lo definì “somaro”: Giovanni Cacciano non si sottrae.

Come giudica le prime battaglie elettorali del PD di Schlein?

“Benissimo in Sardegna. Bene in Abruzzo dove abbiamo recuperato 13 punti e non si poteva fare di più. Molto male in Basilicata e, temo, in Piemonte. È evidente che in una situazione di bipolarismo tendenziale, per vincere bisogna lavorare a costruire lo schieramento più largo, cui si giunge se nessuno pretende di porre veti. Poi, occorrono candidati forti e programmi credibili. L’elezione diretta non concede sconti e mal si concilia con soluzioni calate dall’alto.
Noi abbiamo l’istituto delle primarie che può darci una mano e all’occorrenza cavarci d’impaccio. Affida ai territori la selezione dei candidati e vincola gli alleati.
Auspicherei che la nostra Segretaria, figlia prediletta delle primarie, ne incoraggiasse maggiormente l’utilizzo”.

Si veleggia verso le Europee. Schiererete un candidato sannita?

“Quelle di giugno sono le più importanti elezioni del dopoguerra. Destre sovraniste e filo putiniane minacciano il patto sociale che ha garantito 80 anni di inedita pace e prosperità nel vecchio continente. Immaginano un’Europa di «piccole patrie» in balia delle neo superpotenze globali,
laddove questioni cruciali come il modello continentale di Welfare, la gestione dei flussi Migratori, la Difesa e la Politica Estera richiedono un’unica dimensione federale,
gli Stati Uniti d’Europa, imprescindibile presupposto geopolitico ed economico per essere ancora interpreti ed artefici del nostro comune destino.
In questo quadro, il Sannio, che è una piccola provincia di 260mila abitanti in un collegio elettorale di oltre 13 milioni, sosterrà candidati forti ed autorevoli come il Sindaco antimafia, Antonio Decaro, vittima della prepotenza vile e squadrista di questo governo”.

È vero che il suo obiettivo è la corsa alle Regionali?
“La cultura del socialismo libertario, a cui mi sento di appartenere, ha sempre interpretato gli obiettivi dei singoli come espressione di vicende e passioni collettive. Il mio quotidiano impegno, insieme a quello di tanti amici e compagni, è rivolto a conferire protagonismo al nostro territorio e al nostro partito. Lavoriamo anzitutto per questo”.

Tanti ex PD, passati in Essere democratici, registrano riconoscimenti con Mastella. Non è che li avete sottostimati?

“In effetti, non sono andati via «per un piatto di lenticchie». Non invidio Mastella, quotidianamente alle prese con le loro pressanti richieste. Temo gli possa sorgere il dubbio che «gli abbiamo tirato un pacco» e per questo ci maledica. Stia sereno, non siamo così mefistofelici…
D’altro canto, ha vinto le comunali per un’incollatura, favorito da una serie di irripetibili congiunture. Il ritiro dei 5 Stelle a 20 giorni dalla presentazione delle liste, il tracollo della destra, i poteri regionali, etc.
In ogni caso, volgendo lo sguardo all’indietro e ripercorrendo a memoria toni e paroloni adoperati, emerge con chiarezza inequivoca (e un filo di amarezza) quale fosse la cifra di fondo di Essere Democratici. Una mera operazione di potere priva di qualsivoglia visione collettiva o tensione
ideale. Sono ora divenuti i più rigorosi e interessati custodi del verbo mastelliano che rinnegheranno alla prima occasione utile”.

A livello nazionale, dopo lo sgonfiamento dei 5 Stelle, si torna al bipolarismo. Nel Sannio, il sistema è tripolare, vista la presenza di Mastella. Sarebbe sufficiente trasporre il Campo Largo nazionale per ridare al PD la guida degli enti?

“Fallito l’ultimo «assalto a Roma» con le elezioni del 25 settembre 2022, l’anomalia Mastella sta progressivamente rientrando. Coerentemente, il quadro politico sannita si sta riaggregando intorno alla Destra Centro e al Centro Sinistra che, con le debite peculiarità di contesto, saranno chiamati
a competere per il governo degli enti locali. Nel mentre, Noi di Centro consuma il suo tramonto,
né vale l’estremo tentativo di confluire nel partito di Renzi (Italia Viva) che è disposto a tutto pur di scampare alla ghigliottina del 4%. È noto si tratti di una missione ad oggi impossibile.
Per quanto ci riguarda, seguiteremo ad adoperarci per un Nuovo Centro Sinistra
ampio e plurale che, nella massima apertura e senza veti o rancori, diriga lo sguardo alle tante cose da fare affinché ci sia ancora una concreta speranza di riscatto per il Sannio e i suoi Cittadini”.

Con il sindaco di Benevento non c’è possibilità di feeling. Eppure, con lui siete stati più volte alleati. Ad esempio, alla Provincia con Nardone. Mastella spiega con un odio personale la vostra indisponibilità. È così?

“Nulla di personale contro il sindaco di Benevento che, peraltro, nemmeno conosco. Per odiare è necessario aver amato, manca dunque il presupposto. Urge tuttavia qualche precisazione storica sui rapporti tra Mastella e il Centro Sinistra. Eletto nel 1994 con Berlusconi, è confermato nel
1996 contro l’Ulivo di Prodi e Veltroni. Nel 2006 aderisce all’Unione e diventa ministro del II Governo Prodi di cui provocò la caduta con la sfiducia del 21 gennaio 2008. Al contempo, tentò di far cadere anche la Provincia e il comune di Benevento ma gli andò male. L’anno successivo, nel
2009, fu eletto eurodeputato nelle file di Forza Italia, partito di cui la moglie è stata capolista al senato nel 2018. Stesso copione a livello regionale, lascia Bassolino e passa con Caldoro nel 2010. Pertanto, al di là di una laica e serena alterità, il nostro è anche un sano esercizio della memoria”.

Non crede sia un’anomalia che Mastella vada bene al PD in Regione ed in altre realtà significative della Campania, ma non a Benevento?

«Questa è una narrazione tutta locale che va definitivamente sfatata. Alle regionali del 2020, il Sindaco di Benevento ri-abbandona Forza Italia e chiude un accordo elettorale con il
Presidente De Luca che stravince con il 70% dei voti e il sostegno di 15 liste.
Con una in meno si sarebbe attestato al 66%. Nessuna alleanza è stata mai allestita con il PD, tanto è vero che alle successive elezioni politiche siamo stati concorrenti e avversari.
Vi fu, invero, un unico tentativo di dialogo alle amministrative di Napoli rivelatosi un flop con nessun consigliere eletto. Non ci sono altri casi, né potrebbero esserci dato il carattere sempre più domestico di Noi di Centro. Ad ogni modo, il quadro è oggi radicalmente mutato.
Mastella non ha rappresentanti in Consiglio regionale ed ha dimezzato la sua forza politica nel Sannio. Peraltro, già alle politiche di settembre 2022, con ben 9 candidati locali e il
massimo potenziale in campo, è arrivato quarto con un poco entusiasmante 14%”.

Lei è laureato in Filosofia Teoretica. Prima dell’ASEA, ha avuto esperienze lavorative in Canada e a Bologna. Cosa ha pensato quando, accostato al cavallo di Caligola, Forza Italia le ha dato del somaro?

“Quelli in Canada e Bologna sono stati percorsi di studio e formazione post laurea che mi hanno consentito di conseguire un MBA. L’effettiva esperienza di lavoro l’ho avuta a Bruxelles c/o la DG Energia e Trasporti.
Rispetto a Caligola e al somaro, la prima reazione è stata di incredulità, poi una fragorosa risata. Di solito tali cadute o espressioni di stile qualificano chi le fa. Per questo non ho replicato. I tanti attestati di stima e solidarietà mi hanno persino commosso. Mi permetta però di sviluppare la
metafora del «somaro» che può essere l’equivalente dell’ignorante socratico. In questo senso, siamo o siamo tutti stati somari. Ciò che rileva è la consapevolezza della propria ignoranza da cui si origina il processo conoscitivo. «So di non sapere» è il primo essenziale passo del mai totalmente compiuto cammino della conoscenza umana che è anche e sempre coscienza dei propri limiti. Ed è proprio qui che «casca l’asino» e temo anche il coordinamento di Forza Italia”.

Eppure con Forza Italia i rapporti erano ottimi. Cosa si è rotto?

“Non c’era e non c’è nulla da rompere. Con Forza Italia, come con ogni partito nazionale avversario, vige un rapporto di semplice buona educazione istituzionale. Talvolta la buona educazione viene meno, ma è una faccenda biografica non politica. In ogni caso, di ben altro rango è la costante relazione con gli alleati di Centro Sinistra e del mondo Civico che, per dirla con Prodi, coltiviamo con quotidiana cura e passione”. 

Gianni De Blasio – Il Sannio Quotidiano 24/03/2024