Le Europee prima, le regionali poi ma non solo. Le sfide del Partito Democratico sono numerose, a partire dalla Città: coi dem al lavoro per recuperare dopo momenti di difficoltà, a partire dal tesseramento ma anche dal chiarire i confini in cui operare.
Credo, leggendo ciò che afferma Vizzi Sguera come segretario di Azione, ed in particolare alle parole espresse in occasione del congresso provinciale di Forza Italia, che la vecchia coalizione Alternativa per Benevento, capace alle scorse amministrative con a capo Luigi Diego Perifano, di sfiorare finanche il miracolo, sia in trasformazione. Al netto dei chiarimenti che Sguera è opportuno faccia quanto prima al fine di definire la sua posizione, si è al lavoro sotto la guida della Segreteria Provinciale per costruirne una nuova che parta ovviamente dall’entusiasmante esperienza di ApB, così come dalla collaborazione in atto con altri movimenti, già compagni di viaggio del PD al Comune di Benevento, come Civico 22”.
Intanto che bilancio si può tracciare dopo due anni in carica come segretario cittadino?
Abbiamo portato avanti molteplici attività, mantenendo vivo il dialogo con diverse anime che a Benevento hanno come faro il riformismo e i valori democratici e poi mi preme sottolineare il grandissimo lavoro svolto dai componenti del gruppo consiliare Pd al Comune di Benevento, nonché agli amici e compagni del circolo cittadino: abbiamo toccato tutti i temi caldi per la città, portato avanti battaglie giuste, denunciando le troppe mancanza di un’amministrazione che bada solo alle apparenze e per nulla alla sostanza…e continueremo a farlo senza infingimento alcuno. Il mio lavoro da segretario, ci tengo a sottolinearlo, risulta fortemente semplificato grazie alla collaborazione che mi pregio di ricevere quotidianamente dai consiglieri comunali dem. Floriana, Marialetizia, Giovanni e Raffaele sono amministratori di elevata professionalità e capacità, ma anche, e soprattutto, persone di grande moralità.
E sul fronte tesseramento?
Il dato definitivo ancora non c’è ma dovremmo avvicinarci alle trecento iscrizioni a Benevento città: è un dato molto positivo anche in considerazione di alcune adesioni eccellenti.
E’ il caso di Gino Abbate?
Certamente posso dirmi orgoglioso che Gino sia tornato, perché il suo è un ritorno: con lui non c’è stata nessuna trattativa, come peraltro lui stesso ha avuto modo di sottolineare durante la conferenza stampa di fine anno tenuta dal partito. I rapporti sono sempre stati ottimi a livello personale perciò sono lieto, personalmente e come segretario di circolo, di poterlo riaccogliere nel circolo cittadino. Gino è un valore aggiunto significativo non solo per il ruolo di consigliere regionale che riveste, ma soprattutto nelle dinamiche della discussione, per le idee che può portare, per il suo bagaglio valoriale che è importantissimo.
E Farese?
E’ indipendente. In consiglio comunale ha aderito al Gruppo Misto. L’interlocuzione con Francesco, amministratore attento e capace, che a discapito della giovane età sa districarsi benissimo anche sui temi più complessi, c’è sempre stata e si è intensificata in maniera più che proficua negli ultimi tempi. Il Pd che immagino e in cui credo è aperto ai contributi di chi ha a cuore la città e condivide determinati valori.
A proposito di condivisione. Che clima si respira dopo gli strappi dei mesi scorsi?
Poco più di un anno fa abbiamo sventato il classico assalto a Fort Apache, evitando il “massacro” opportunamente pianificato a tavolino. Ora viviamo una fase di assoluta tranquillità, grazie all’operato encomiabile del nostro Segretario Provinciale Cacciano, della Presidente Razzano e di tutti i membri della Segreteria sempre pronti ad offrire un contributo utile alla causa, costante quanto indispensabile. Io credo nella mediazione, ritengo che sia la vera arte della politica, al netto di “falchi” e “colombe”, ma questa può esserci se c’è rispetto reciproco: è una condizione base. Senza questo elemento è chiaro che diventa difficile tutto. Mi viene da pensare al “mio” Napoli: con figure di “mediazione” eccellenti come Giuntoli e Spalletti si è vinto uno scudetto storico, senza è venuto giù tutto o quasi.
Giuntoli è andato alla Juve, la squadra del cuore di Umberto Del Basso De Caro. Nel Pd c’è ancora la divisione tra “decariani” e “anti”?
Nel Pd non c’è chi è decariano o meno. La domanda è: Umberto, che ha un bagaglio di esperienza di Governo nazionale, parlamentare, politica e amministrativa, straordinario è una risorsa importante e fondamentale per il Pd? Per me sì, così come per molti altri anche se con le legittime differenziazioni di pensiero e di visione sui singoli argomenti. Poi se essere antidecariani significa aver approfittato e aver goduto di quell’esperienza, della sua generosità, e aggiungo, di quell’enorme consenso, quando faceva comodo salvo poi rinnegarlo, allora i contorni della questione cambiano.