Consiglio Straordinario nel Ricordo di Navalny

Di seguito l’intervento del Consigliere PD  Raffaele De Longis nel ricordare l’attivista russo Alexei Navalny

Innanzitutto vorrei esprimere a nome di tutto il Gruppo del Partito Democratico un sincero plauso all’iniziativa del Presidente del Consiglio Comunale che su sollecitazione del Sindaco Clemente Mastella ha convocato questa seduta straordinaria in memoria dell’ attivista russo Alexei Navalny.

Un’iniziativa assolutamente opportuna e per una volta non divisiva. Il mio cordoglio per il decesso sicuramente provocato dalla brutalità putiniana  non potrebbe essere più profondo e sentito. Scompare uno dei più grandi attivisti dei nostri giorni, la cui vita ( come ricorda mirabilmente Angelo Moretti su Avvenire) ed ancor di più le modalità della sua morte, hanno aperto uno squarcio da cui è possibile cogliere nell’orizzonte un’altra Russia possibile, molto diversa da quella attuale vessata, starei per dire violentata, dalla spietata autocrazia dittatoriale  putiniana che conserva solo le false parvenze di una democrazia  che si alimenta di elezioni farsa da cui sono esclusi con la forza o con risibili cavilli tutti gli oppositori che abbiano un minimo di credibilità.

Navalny col suo luminoso esempio all’insegna dello spirito della nonviolenza attiva  che lo ha portato a scegliere una durissima detenzione piuttosto che un esilio, ci ha insegnato che non bisogna mai mollare nella battaglia per la costruzione di una realtà politica basata su alti ideali di vera democrazia ben diversa da quella attualmente presente nella sfortunata terra ex sovietica.

La sua lotta contro la dilagante e pervasiva corruzione nei più importanti gangli della società russa, in particolare alla corte dell’autocrate Putin, è un insegnamento per tutti noi. Navalny ha incessantemente denunciato la mafiosità del potere politico del Cremlino che stronca con la massima violenza e determinazione criminale ogni forma di dissenso, in tal modo rendendosi inviso ed assurgendo allo scomodo ruolo di nemico pubblico numero 1 dell’ apparato repressivo dei sodali complici di Putin.

Così facendo assume un’aura tragica di eroe russo prendendo su di sé la croce del suo sfortunato popolo e si adopera per suscitare una reazione in modo da poter abbattere  l’apparato tirannico che lo opprime. Sapeva perfettamente che rientrando nella sua amatissima patria sarebbe andato incontro al martirio iniziato con l’arresto e la condanna avvenuti con ridicole motivazioni e terminato con la sua morte che conclude una parabola per molti versi incredibile, paragonabile a quella di altri martiri  che si sono battuti per la libertà, l’onestà e l’eguaglianza come Martin Luther King, divenendo quindi una figura paradigmatica , come quella di un eroe di una tragedia greca, pronto a sacrificare la sua vita per i suoi ideali.

Inoltre non dimentichiamo che i media russi, pressoché nella loro totalità, non hanno riportato la conclusione più ovvia della vita di Navalny se non schermendola, nel migliore dei casi, in modo da renderla oscura ed incomprensibile al pubblico russo. Questo sforzo pressoché unanime di nascondere la morte di Navalny la dice lunga sull’estrema significatività dell’evento che, ne sono più che convinto, stiamo dibattendo nella sede di quello che è il luogo ove la nostra vita pubblica, della nostra minuscola realtà beneventana, si esprime con le caratteristiche della vera e libera democrazia rappresentativa.

 Raffaele De Longis